“Quando abbiamo deciso di fare questo giornale, non speravamo di fare qualcosa di veramente nuovo”. Inizia così il primo numero del “Grillo Parlante” di Novembre del ’68, il primo giornalino del nostro Liceo, una delle poche valvole si sfogo concesse a un adolescente costretto ancora a 18 anni a indossare il grembiule per andare a scuola, la prima forma di espressione libera e democratica in una scuola in cui non era permessa neanche l’assemblea studentesca. Effettivamente oggi a distanza di 48 anni riconosciamo che pochi ragazzi ebbero il coraggio di prendere una decisione fortemente innovativa e in controtendenza rispetto al pensiero rigido di quegli anni; è interessante analizzare dopo mezzo secolo come siano cambiati tanti aspetti della nostra vita scolastica, dall’assemblea che ci sembra una cosa scontata e dovuta, a cui magari delle volte neanche partecipiamo perché preferiamo dormire, al collettivo di classe durante il quale regolarmente passiamo venti minuti fuori a vagare per i corridoi, al giornalino che accartocciamo distrattamente e riponiamo nel sottobanco. Altresì il giornalino scolastico, nonostante a primo impatto possa sembrare di minore importanza, ha sempre avuto una funzione insigne: quella di “rifugio” in cui lo studente si apparta nel tempo libero, costruisce il suo piccolo mondo e scrive riflessioni che captano l’attenzione di altri coetanei, invitandoli a fare lo stesso e a confrontarsi sui temi più disparati. Dopotutto la parola “Scuola” deriva da “σχολή”, e se la cercate sul GI, l’unica cosa che odiate più di chi ve lo fa usare, noterete tra i significati proprio “tempo libero, ozio, sollievo”.

Per l’appunto i nostri principi guida sono i medesimi del Grillo Parlante, ma plasmati sul principio della Leggerezza, come solo questa redazione poteva improntare.

Leggete Undicieddieci, una cosa importante, ma leggera.